domenica 30 dicembre 2018
venerdì 28 dicembre 2018
martedì 25 dicembre 2018
venerdì 21 dicembre 2018
Il Secolo XIX del 19/12/2018 " Ponte pronto in dodici mesi. Per Salini-Fincantieri è corsa contro il tempo "
L'arrogante Bucci si rifà spesso all'art. 32 della legge europea 24/2014 che riguarda gli appalti pubblici , per chi avesse voglia di leggerla io ne riporto una stralcio ,
DIRETTIVA
2014/24/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL
CONSIGLIO
del
26 febbraio 2014
sugli
appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE
(Testo
rilevante ai fini del SEE
Stralcio
art. 32 della legge 24/2014
Gli
appalti pubblici aggiudicati a persone giuridiche controllate
non
dovrebbero essere soggetti all’applicazione delle procedure
previste
dalla presente direttiva qualora l’amministrazione aggiu
dicatrice
eserciti sulla persona giuridica di cui trattasi un controllo
analogo
a quello esercitato sui propri servizi, a condizione che la
persona
giuridica controllata svolga più dell’80 % delle proprie
attività
nell’esecuzione di compiti a essa affidati dall’amministra
zione
aggiudicatrice che esercita il controllo o da altre persone ecc.
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ponte morandi
mercoledì 19 dicembre 2018
Dal Corriere della Sera 19/12/18 Ricostruzione Ponte Morandi
Dal Corriere della Sera on line-------
Di Marco Imarisio
A
quasi un mese dalla presentazione dei progetti per la ricostruzione
del ponte Morandi si tornerà alla casella di partenza. Doveva
essere Salini Impregilo, in cordata con Italferr, responsabile del
progetto, con Fincantieri a
garantire un’ulteriore quota di genovesità, con
Renzo Piano al quale verrà chiesto di ricoprire il ruolo di
padre nobile. E così
sarà: la notizia,
anticipata dal Corriere, è stata confermata nelle prime ore del
pomeriggio di martedì.
Infine
prevale un ragionevole compromesso, nel nome anche della ragion di
Stato. Il
sindaco Marco Bucci, nominato lo scorso 4 ottobre plenipotenziario
per tutto quel che riguarda la demolizione del viadotto sul
Polcevera crollato lo scorso 14 agosto e l’assegnazione dei lavori
per quello che verrà, aveva giocato a carte scoperte, senza fare
mistero delle sue intenzioni.
Da manager che a lungo ha lavorato in
America e conserva una certa propensione all’uso della lingua
inglese, aveva parlato di cherry picking, ovvero la scelta di
prendere il meglio dalle singole proposte arrivate alla sua struttura
tecnica.
L’impresa era ambiziosa. Perché si
trattava di unire sotto la stessa bandiera due colossi del settore.
Martedì 11 dicembre l’archistar spagnola era stata ricevuta a Genova insieme ai vertici di Cimolai, ottenendo se non rassicurazioni, un notevole gradimento da parte del sindaco e dei suoi collaboratori.
La successiva calata a Roma di Bucci aveva raffreddato non poco il suo entusiasmo.
Sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli avevano mostrato qualche perplessità davanti al suo progetto di fusione.
Bucci non è uno che si rassegna facilmente. Ci ha provato in ogni modo, arrivando a incassare anche un sostanziale via libera dalla parte leghista del governo, molto sollecitata anche dai suoi parlamentari friulani, alla creazione di una nuova Associazione temporanea di impresa con dentro Salini Impregilo e Cimolai, con quest’ultima che si diceva disponibile a patto che il progetto guida fosse il suo.
Alle 18 di ieri Bucci ha chiamato Cimolai dicendo che erano fuori. L’ingrato compito di ricostruire il ponte di Genova finirà quasi del tutto sulle spalle di Salini Impregilo, che si è detta disponibile a ritoccare il progetto originario di Piano, riducendo il numero dei piloni previsti, e accettando di fornire tempi certi per una consegna della nuova opera entro il Natale del 2019.
Possibile pioggia di ricorsi
Pare che l’ultimo colloquio con i vertici dell’azienda «sconfitta» non sia stato una passeggiata di salute. Il sindaco avrebbe chiesto a Cimolai di non fare ricorso. «Ci penseremo» è stata la laconica risposta, che ha avuto come effetto quello di far ripartire una trattativa durata fino a notte, conclusasi — di fatto — con la nota ufficiale della società di martedì pomeriggio, che spiegava che «per puro spirito di servizio al Paese e per non ostacolare la ricostruzione» il ricorso non ci sarà. Quel che invece non sembra possibile evitare è la pioggia di ricorsi che arriverà da parte delle Ati sconfitte. Saranno tutti senza richiesta di sospensiva dei lavori per carità di patria, almeno questa è la speranza della struttura commissariale, che ieri ha incassato dalla Procura il dissequestro del moncone ovest del Morandi, provvedimento necessario alla vera partenza dell’opera di abbattimento, dopo l’inaugurazione abbastanza fittizia avvenuta pochi giorni fa.L’ex sindaco Beppe Pericu, consultato per un parere «tecnico in qualità di esperto avvocato amministrativista, ha messo in guardia il suo successore Bucci. Per come si è svolta la gara di affidamento dei lavori, c’è ampio spazio per ricorsi di ogni genere.
Al momento, se la notte non porterà consiglio sotto le vesti di un ulteriore compromesso dell’ultimo momento, i giochi sembrano ormai fatti. Le discussioni e le polemiche non mancheranno. Ma adesso almeno c’è chiarezza.
Sempre dal Corriere della Sera on line
«Io sono un manager e quindi ho scelto una soluzione manageriale».
Marco Bucci sostiene di aver fatto la sua personale valutazione costi-benefici, termine che di questi tempi è di moda. «Credo che in questa fase mi aiuti molto il fatto di essere un impolitico.
La gente capisce che ragiono nell’interesse esclusivo della città, senza secondi fini».
Il contrasto tra la facciata maestosa
di palazzo Tursi e gli uffici al suo interno, tutti plastica e luci
al neon, è netto. Così come appare evidente quello tra le frasi
perentorie e la stanchezza del sindaco-commissario.
L’ex dirigente di svariate
multinazionali americane ha imparato in fretta l’usanza nostrana
del dire e non dire, magari ammiccando all’interlocutore. «Il
nuovo viadotto costerà trecento milioni, ma a Genova al momento
abbiamo investimenti per quattordici miliardi. Ad esempio, a me
piacerebbe molto che il ponte della Gronda fosse firmato da un altro
progettista di fama mondiale, tipo Santiago Calatrava...».
Scusi
sindaco, ne avete parlato, con l’archistar spagnola e Cimolai, il
committente italiano uscito con le mani vuote dalla competizione per
il rifacimento del Morandi?
Un
sorriso sornione. «Questo lo dice lei, io non posso dirlo
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ponte morandi
domenica 16 dicembre 2018
Il Secolo XIX del 15/12/2018 " Firmato il contratto: il ponte sarà demolito da 5 imprese "
In questo secondo articolo il giornalista scrive " Per minimizzare i tempi, i lavori andranno avanti 24 ore su 24, ma Bucci ha opposto un no a una delle richieste della società. - non ci saranno deroghe sull'inquinamento acustico e ambientale perchè i genovesi hanno già pagato abbastanza ".
Vorrà dire che il Commissario farà arrivare dalla Svezia un autotreno di tappi per le orecchie e un Tir di maschere antipolvere da regalare ai genovesi. poi se la ASL interrverrà avremo problemi di tempi di consegna, e un aumento dei costi.
L'anticorruzione non vigila solo su infiltrazioni ma anche sul rispetto delle leggi.
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ponte morandi
venerdì 14 dicembre 2018
Il Secolo XIX 13/12/2018 "Così sarà demolito cosa resta del ponte Morandi "
l'ho già detto da queste pagine, a cosa è servita la pantomima delle 40 manifestazioni di interesse ( o" gara " se la prescelta era già stabilita dall'inizio, anzi il decreto genova non da tutti questi poteri al Commissario e la " gara è fuori norma europea
interessante il rendering dello smontaggio in pratica ricostruiscono dei sostegni da terra per poter smontre i pezzi delle carreggiate, tanto valeva , come ho gia detto ricostruire i pezzi crollati e rinforzare le pile rimaste con lo stesso costo avremmo avuto un ponte funzionaante in quattro mesi e avremmo potuto ricostruire un ponte nuovo leggermente spostato
Quanto all'uso dell'esplosivo io me ne guarderei bene nessuno puo garantire che la pila non ruoti in modo anomalo considerato che è cemento armato e ancora adesso nessuno ha detto come è crollato e perchè si è girata la pila crollata
interessante è l'ipotesi fatta dall'ing. Michele Calvi io vorrei vedere le parti strappate dei trefoli di armatura degli stralli nelle zone dove sembrano essersi strappati ( così riferiscono i giornali ) vorrei vedere se non presentano bruciature o indicazioni di fusione.
Concordo con la tesi dell'allungamento , anzi qualcuno mi spieghi perche nessuno ha parlato del fenomeno della " STRIZIONE "
Ho già detto di non mettere mano alla demolizione se prima non sono state chiarite le cause del crollo
Savona, 14/12/2018
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ponte morandi
martedì 11 dicembre 2018
Il Secolo XIX del 11/12/2018 "Il MIT aveva tutti gli strumenti per fare i controlli sul ponte "
HA GIA' DETTO TUTTO ARMANI "I FUNZIONARI PUBBLICI SONO FUSCELLI O BURATTINI NELLE MANI DEGLI STUDI DI AVVOCATI CHE TUTELANO LE GRANDI IMPRESE " SI DICE ( voce di popolo ) CHE LE GRANDI IMPRESE ABBIANO PIU' AVVOCATI CHE INGEGNERI
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Il Secolo XIX 11/12/2018 "Ricostruzione, trattativa in salita. Salini frena sul patto con Cimolai "
IL COMMISSARIO SI E' MESSO IN UN BUCO NERO, IERI AVEVO DUBITATO DELLA POSSIBILITA' DI UN ACCORDO TRA LE IMPRESE, UN PO' DI TEMPO FA AVEVO SCRITTO " COME FARA' IL COMMISSARIO A METTERE FUORI FINCANTIERI SPONSORIZZATO DAI 5 STELLE "
IERI SERA LE TELEVISIONI HANNO COMINCIATO A " SPARLARE SULLE EVENTUALI POSSIBILI CAUSE DEL CROLLO A SEGUITO DEI REPORT DALLA SVIZZERA".
CALMA E GESSO LEGGETELI BENE I REPORT POI DIRETE.
BIRICHINA L'INFORMAZIONE E L'INTERPRETAZIONE CHE CI DA IL GIORNALISTA ROBERTO SCULLI
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Corriere della Sera 09/12/2018 " Ponte di Genova, direzione dei lavori a Rina Consulting per 14 milioni "
Ponte di Genova, direzione dei lavori a Rina consulting per 14 milioni
In attesa che vengano individuate le aziende che demoliranno il vecchio Morandi e ricostruiranno il nuovo ponte, si completa il secondo tassello (dopo la scelta del commissario). L’ad Salerno: «Saremo il supporto tecnico della struttura commissariale»
2018/12/09
Il braccio «tecnico» del commissario
«In pratica — spiega Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato di Rina — seguiremo l’andamento del progetto e faremo in modo che vada avanti nei tempi e con la qualità prevista, con la responsabilità del direttore dei lavori che ha la responsabilità di controllare l’esecuzione dei lavori, effettuati secondo le normative di sicurezza. Sostanzialmente saremo la parte tecnica della struttura commissariale, per assisterlo nella scelta dei contraenti e nella congruità dei progetti, controllando l’esecuzione del contratto». Un aspetto fondamentale sarà quello dei tempi, che per ora sono stati soltanto indicativamente definiti dal commissario con il completamento dell’opera entro il 2019. «La struttura commissariale — aggiunge Salerno — non è completamente libera su questo punto, nel senso che la Procura ha bisogno di raccogliere tutte le informazioni necessarie prima che si possa partire con la demolizione e la successiva ricostruzione. Poi bisogna ancora scegliere chi demolirà e chi ricostruirà. ovviamente prima si sceglie, prima si comincia. Tanto più che il nuovo ponte sarà fatto in gran parte di acciaio — come previsto dal disegno di Piano — o del tutto in acciaio — progetto Calatrava — per cui ci sarà da lavorare preliminarmente nei cantieri. Detto questo, il commissario vorrebbe aprire il cantiere della demolizione già la prossima settimana, con la scelta di chi avvierà la demolizione nei prossimi giorni».Commento ,
Resto stupito dal trafiletto compreso nell'articolo del Corriere della Sera sopra riportato
"
Si tratta, nel dettaglio, dell’incarico di «coordinamento progettuale, direzione lavori, controllo qualità e supporto alla struttura commissariale» nella fase dell’appalto e nella fase dei lavori per demolizione e ricostruzione.
Ma cosa coordinano se non esiste un capitolato generale, un capitolato speciale , un computo metrico estimativo, una analisi prezzi che poi determina il prezziario. ( perlomeno non sono riuscito a recuperalo )
C'è un progetto di massima che risponde all'invito del Commissario per la " manifestazione di interesse".
Cosa succede ? Il Rina dovrebbe coordinare i lavori rispettando cosa ? Un capitolato scritto dall'Impresa allegato alla firma del contratto, scritto da chi ? dall'Impresa.
Cosa diventa ? un appalto concorso e la direzione lavori viene ad operare su norme scritte dal vincitore della " Gara "
Torniamo al Codice degli appalti pubblici messo a soqquadro, dove i vincitori dell'Appalto si sceglievano la Direzione lavori.
Secondo me il Commissario sta commettendo un grave errore , e questo lo ho già evidenziato commentando articoli precedenti dei giornali presenti su questo blog, all'etichetta Ponte Morandi ed i poteri che sta esercitando sono fuori dal: TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 28 settembre 2018, n. 109.
Procopio Giuseppe Savona 11/12/2018
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venerdì 7 dicembre 2018
giovedì 6 dicembre 2018
2018/12/04 Da Il fatto quotidiano " Ecco perchè si sono fermati i cantieri dell'Aurelia Bis "
Ecco perchè si sono fermati i cantieri dell’Aurelia bis
4
dicembre 2018Albisola
Superiore, Notizie,
Notizie
Flash, SavonaNo
Comment on Ecco perchè si sono fermati i cantieri dell’Aurelia bis
Visite: 795
Cmc, la cooperativa che costruisce l’aurelia Bis chiede il concordato. Dietro i guai del settore, i controlli dell’Anac sulle varianti alle opere che gonfiavano i costi
Dal Fatto Quotidiano NICOLA
BORZI
Cmc & Co. Anche il gruppo di Ravenna chiede il concordato. Dietro i guai del settore, i controlli dell’Anac sulle varianti alle opere che gonfiavano i costi
Senza il giochino sui lavori i big del
cemento affondano
UN TECNICO che chiede di restare anonimo spiega così il giro di
parole: prima della riforma, le imprese di costruzioni facevano utili
non tanto sull’opera appaltata ma sulle varianti (i “lavori
aggiuntivi non contrattualizzati”), che progettavano da sé perché
alle amministrazioni toccava solo depositare progetti di massima
mentre ora devono farli di dettaglio o demandarli alle stazioni
appaltanti che non sono decollate. Con la riforma, le varianti vanno
ora comunicate all’Autorità nazionale anticorruzione. Risultato:
su questi lavori le imprese non guadagnano più “pronta cassa” e
devono fare causa ai committenti, con rischi e i tempi biblici del
casoNICOLA BORZI Il Fatto Quotidiano
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