mercoledì 23 dicembre 2020

22/12/2020 Il secolo XIX " Con una normale manutenzione il Morandi non sarebbe crollato "



 


 

Se è vero tutto quello che hanno scritto non lo avrebbe salvato neanche un miracolo , il ponte andava demolito ed Aspi lo ha preso nel 2003

Che si sia sganciato dalla sommità della pila nove lo si vede dai filmati, non può essersi"diciamo sganciato " all'improvviso ma i trefoli avranno ceduto un po alla volta, perchè non tutti saranno stati corrosi allo stesso modo, ci deve essere stato un segnale del cedimento anche evidente sulla sede stadale, io  in un articolo precedente ipotizzavo il fenomeno della strizione ma i periti non ne parlano, e non parlano anche di qualche evento straordinario che abbia contribuito a far cedere di schianto la strallo.

Le domande dei giudici hanno indirizzato la perizia, aspettiamo la controperizia di Aspi ( io non difendo Aspi, ritengo inconcepibile che abbiano messo scientemente a repentaglio la vita di tutti coloro che attraversavano il ponte,)

.


domenica 20 dicembre 2020

2020-12-19 da Il secolo XIX " Asfalti, marciapiedi,torrente Letimbro ecc

 Ora che hanno finito il mandato hanno trovato i soldi " avranno sbagliato la programmazione ? "

Tra i lavori da fare non ci sono le strade di Villapiana  " Via Mignone parte bassa, Via Alessandria , strade fracassate dal passaggio dei mezzi pesanti dell'Aurelia Bis; Via Piave tutta" noi la abbiamo segnalato più volte e lo rifaremo.


Procopio Giuseppe 20/12/2020

sabato 19 dicembre 2020

2020-12-19 da Il Secolo XIX : " Archiviata l'inchiesta sul collasso del Viadotto Madonna del Monte "

A proposito del viadotto crollato sulla A 26 in località Madonna del Monte il 13 Dicembre 2019 avevo scritto alcune cose ( vedi articolo presente su questo stesso blog in pari data all'etichetta giornali ) concludendo che sarebbe stato necessario accedere al luogo dove era avvenuta la frana, non mi era stato possibile accedere prima che manomettessero il luogo ( Ci avevo provato ma la polizia mi ha cacciato )
. Ora è stata conclusa la verifica giudiziaria e tutto è rientrato nella norma.

Il gruppo Gavio ha riparato il manufatto in fretta, nessuno si è fatto male, non sono stati chiesti danni a nessuno e tutto si è concluso bene.

Altra storia il viadotto Morandi , i periti del tribunale non riescono a venire a capo del ropicapo, “cosa ha causato il crollo “ qui ci sono tanti morti, le dichiarazioni incaute dei ministri grillini, aspetteranno i periti per presentare le conclusioni , il completarsi del processo “civile” che dovrebbe sancire l'uscita di autostrade da Atlantia.

Savona 20/12/2020

Procopio Giuseppe

 


 

 

sabato 3 ottobre 2020

Savona 28/08/2020 Proposta di progetto di un by pass sulla strada provinciale 29 in località Cadibona

Al sig. Sindaco del Comune di Quiliano sindaco@comune.quiliano.sv.it

Nicola Isetta


Al sig. Presidente della Provincia di Savona protocollo@pec.provincia.savona.it

Pierangelo Olivieri


Oggetto: Proposta di progetto di un by pass sulla strada Provinciale 29 in località Cadibona.


Sono stato più volte ospite di un amico che ha casa a Cadibona davanti alla chiesa e mi sono reso conto della assoluta invivibilità delle case che costeggiano la strada in quella zona.

Mi sono reso conto che ci sono case abbandonate e che nella situazione attuale nessuno tenderà a restaurarle.

Mi sono soffermato a guardare il traffico, in sei minuti sono passati 6 trattori e rimorchio di quelli che trasportano il carbone e difficile è l'incrociarsi dei mezzi che percorrono la strada nelle due direzioni.

Cadibona è un borgo a 10 minuti da Savona che potrebbe essere recuperato spostando il traffico della SP 29 sul by pass che proponiamo approfittando di un eventuale finanziamento della spesa necessaria con il Recovery fund.

Si tratta di un pezzo di strada di circa 250 ml parte a cielo aperto e parte in galleria.


Si allegano due grafici in scala 1:5000 e 1:1000 ed alcune fotografie.

Sono disponibile ad un incontro per spiegare sul luogo la proposta


Cordiali saluti

Procopio Giuseppe 3357025566


Savona, 28/09/2020 

 

 


 


 

























Archivio, papa', multa autovelox, cadibona

 

lunedì 14 settembre 2020

14/08/2020 Da Il Sole 24 ore :i perchè è crollato il ponte Morandi, che cosa ne sappiamo due anni dopo


 SE ANDRETE ALL 'ART. DEL 02/07/2019 SU QUESTO BLOG NEI MIEI COMMENTI MI CHIEDEVO SE LA STRUTTURA FOSSE STATA CALCOLATA COME UN TELAIO, L'ARTICOLO DEL SOLE FUGA I MIEI DUBBI "  ERA STATO CALCOLATO COME UN TELAIO E PERCIO' UN SOLO PICCOLO CEDIMENTO DI UNA PARTE DELLA STRUTTURA POTEVA FAR CROLLARE IL PILONE INTERESSATO


Servizio14 agosto 2018-14 agosto 2020

Perché è crollato il Ponte Morandi: che cosa sappiamo due anni dopo

Perché il Ponte Morandi è crollato? Ufficialmente non si sa ancora. Ma gli sviluppi delle indagini dicono che saperlo non è più così importante

di Maurizio Caprino
Perché il Ponte Morandi è crollato? Per capirlo, sono stati mobilitati persino i satelliti. Più volte e da più parti, quasi sempre con molta discrezione per non alimentare indiscrezioni giornalistiche. La verità è, per quanto se ne sa finora, che una risposta netta non è arrivata nemmeno dallo spazio. Ma forse una verità è già emersa. Viene da un’indagine collaterale e potrebbe non portare a condanne clamorose, però ci dà un quadro di come sono state gestite sinora le autostrade italiane. Con responsabilità politiche e imprenditoriali.
Il Ponte Morandi era una costruzione nota in tutto il mondo per le sue soluzioni tecniche ardite. La contropartita era che - al netto di accuse e polemiche su degrado e manutenzione - non aveva ridondanze. Vuol dire che, se cede una parte, le altre non sono dimensionate per far sì che tutta la struttura regga.
Perché la struttura cede
Bisogna tenere presente che l’equilibrio di una struttura del genere è determinato da un legame a catena tra i vari elementi che la compongono. Se si rompe un elemento, viene meno il legame e quindi l’equilibrio. Questo spiega come mai la pila 9 del Morandi è crollata completamente. All’indomani del crollo, le indagini giudiziarie sono state mirate su uno strallo. Quando se ne rompe uno, accadono quattro cose:- l’estremità di impalcato a cassone collegata allo strallo che si rompe non ha più sostegno e collassa (sotto il peso dell’impalcato tampone successivo, che non è retto da alcuna pila ed è solo appoggiata all’estremità del cassone) perché resta appesa solo allo strallo che si trova dalla parte opposta della carreggiata, che non è dimensionato per reggerla da solo;- lo strallo collegato alla sommità con quello che ha ceduto non ha più l’ancoraggio superiore e viene trascinato verso il basso dalla sua corrispettiva estremità d’impalcato a cassone, la quale perde anch’essa il sostegno e collassa sotto il peso dell’impalcato tampone successivo;- il collasso di due stralli e del cassone squilibra tutta la pila, che crolla;- i due impalcati tampone contigui alla pila entrata in crisi, rimasti privi di appoggio su un’estremità, cadono.
Ma, dato il legame a catena che c’è tra gli elementi di una pila, gli stessi effetti si possono avere se cede per primo un altro di tali elementi. Cambia solo l’ordine temporale dei cedimenti.
Si arriva al crollo della pila anche quando cedono elementi diversi da quelli finora descritti. Come la sella (quella sorta di traversa superiore della pila, che fa da “spartiacque” tra due stralli collegati e se si rompe li fa cadere).
O un impalcato tampone, perché la pila si trova improvvisamente senza il peso di tale impalcato e flette (fino a crollare) dalla parte opposta, sotto il peso dell’altro impalcato a cassone che le si appoggia.

Le indagini sulla dinamica del crollo
Ora, a distanza di due anni, non si sa ancora con certezza quale elemento abbia ceduto prima. L’incidente probatorio sulle cause del crollo, atteso per inizio 2020, è slittato di un anno per controversie fra i periti ed emergenza Covid. La perizia degli esperti nominati dal gip, dopo varie proroghe, dovrà essere consegnata solo il 31 ottobre.
Nel frattempo, chi non è parte in causa, la base più solida per ragionare sembre essere l’ormai famoso “video Ferrometal”, ripreso dalle telecamere di sorveglianza di quest’azienda, le uniche a inquadrare sufficientemente la pila 9 nel momento del collasso.
Si vede lo strallo di sud ovest (il primo che incontrava sulla sua carreggiata chi procedeva verso Genova) rompersi in un punto vicino alla sommità, che nelle perizie è diventato il reperto 132, andato agli onori delle cronache come prova regina.
Ma da quando il video è diventato pubblico, nessuno si è sbilanciato a dire con certezza che la prima parte a rompersi è stata lo strallo: il video non è inequivocabile, perché l’impianto di videosorveglianza non aveva un’elevata frequenza di frame ripresi e quindi ci sono vari istanti non coperti da immagini. Ciò ha spinto qualcuno a credere che il filmato sia stato diffuso con tagli o comunque manipolazioni, ipotesi seccamente smentita dalla Procura.
C’è poi quello che hanno visto i satelliti che passavano in corrispondenza di Genova quel 14 agosto 2018, alle 11,36. La Procura si è subito mossa anche a livello internazionale per acquisire i riscontri. Ma dei risultati non si è saputo alcunché di rilevante.
Sinora la Procura ha molto battuto sull’ipotesi dello strallo, pur senza ostentare certezze. E sembra privilegiarla ancora. Se fosse confermata, chiamerebbe in causa non solo il gestore del ponte (Autostrade per l’Italia, Aspi, che fa capo alla famiglia Benetton) e la Spea (dello stesso gruppo) che ha fatto la maggior parte dei controlli, ma anche il ministero delle Infrastrutture: per gli stralli della pila 9, stava per partire un intervento di rinforzo, approvato dalle strutture ministeriali in tempi non rapidi e senza accorgersi che sarebbe stato urgente.
Ma il 31 luglio 2019 è stata depositata un’altra perizia: quella in cui i tre periti nominati dal gip (Gianpaolo Rosati, Massimo Losa e Renzo Valentini) descrivono le condizioni in cui si trovava il viadotto prima di crollare. E la descrizione parla soprattutto di corrosione diffusa non solo sugli stralli (anche se Autostrade per l’Italia sostiene che potrebbe non essere sul punto che si è rotto), ma anche in diverse parti della struttura, con assenza di interventi di manutenzione che potessero rallentarla o eliminarla. Soprattutto su stralli, impalcati a cassone e impalcati tampone. Tra l’altro, la perizia conferma le conclusioni cui era arrivata a settembre 2018 la commissione ispettiva del ministero delle Infrastrutture, prevalentemente esaminando tutti i documenti relativi alla costruzione e alla manutenzione del ponte.
I difetti di costruzione
La perizia ha riscontrato anche alcuni difetti di costruzione, in parte già noti (persino al progettista, Riccardo Morandi, che nel 1981 fece una relazione abbastanza preoccupata sullo stato del viadotto, che all’epoca aveva appena 14 anni). Nessuno si è sinora sbilanciato sul peso che potrebbero aver avuto.
La strategia difensiva di Aspi , ora che sono state scartate tutte le cause fortuite (maltempo, attentati, cadute di materiali pesantissimi da camion in transito), punterà verso difetti occulti: un operatore qualificato come Aspi dovrebbe avere mezzi sufficienti per indagare a fondo sulle opere che gestisce, ma nel corso del 2020 il tema dei difetti di costruzione è emerso come una costante della rete autostradale italiana più vecchia.
Il caso più recente è quello delle gallerie, nato sempre in Liguria. Il 22 luglio 2020, pochi giorni dopo l’accordo parziale Governo-Benetton che ha evitato la revoca della concessione ad Aspi, è nata anche una contestazione formale del Mit ad Aspi. Ciò dimostra quanto sia alta la posta in gioco e la conferma è arrivata ai primi di agosto: la trattativa sull’assetto futuro di Aspi si è arenata sul valore delle azioni (influenzato anche da quanto i futuri soci dovranno stanziare per risanare la rete, si parla di 20 miliardi in un decennio o poco più) e sulle manleve per i soci subentranti per possibili danni derivanti dal degrado della rete.
Stavolta i Benetton e i loro manager hanno un interesse opposto rispetto a quello che avevano quando hanno impostato la strategia difensiva per il crollo del Morandi. E infatti nella partita per la loro uscita da Aspi sostengono la tesi opposta a quella che finora ha fatto loro comodo davanti ai pm di Genova: i difetti occulti non contano, perché stanno subentrando azionisti qualificati, in grado di analizzare e valutare con una due diligence l’azienda che stanno rilevando.
Monitoraggi insufficienti, filoni e intercettazioni imbarazzanti
Un altro punto di contatto tra la perizia, le convinzioni della Procura e le conclusioni dei tecnici ministeriali è l’insufficienza dei sistemi di monitoraggio, se non addirittura una volontaria sottovalutazione della gravità di difetti visibili anche a occhio nudo. Su questo si muovono anche altri filoni d’indagine nati da quello sul Morandi:
- quello sui report ispettivi edulcorati sulle condizioni di altri sei viadotti in Liguria, Abruzzo, Campania e Puglia, aperto già nell’autunno 2018;
- quello sulle ispezioni nelle gallerie (dopo il crollo di 2,5 tonnellate di cemento dalla volta della galleria Berté sull’A26 il 30 dicembre 2019);
- quello sulle barriere di sicurezza fonoassorbenti Integautos, installate su 60 chilometri di rete Aspi senza adeguati calcoli e con materiali di dubbia qualità (dal 2008 quello degli elementi fonoassorbenti era diventato un business per Aspi, perché le relative spese sono ben remunerate dalle tariffe di pedaggio), aperto nell’autunno 2019.
Fino all’estate 2019, Autostrade per l’Italia ha respinto seccamente tutte le accuse. Poi è stata costretta a cambiare strategia di comunicazione: il 13 settembre la Procura di Genova ha fatto arrestare tre manager autostradali e ne ha fatti interdire altri, nell’ambito dell’inchiesta sui report ispettivi dei viadotti. Nell’ordinanza del gip, le intercettazioni e le registrazioni trovate dalla Guardia di finanza. Materiale imbarazzante, da cui paiono emergere una consapevolezza delle condizioni di degrado della rete e la volontà di risparmiare sulle manutenzioni, per non diminuire gli utili degli azionisti.
D’altra parte, già poco dopo il crollo del Ponte Morandi Aspi aveva avviato una campagna straordinaria di controlli e una revisione delle procedure, collaborando col ministero delle Infrastrutture e tre università a sperimentazioni che sono sfociate in linee guida per la manutenzione dei viadotti, presentate il 9 agosto 2019. Solo una misura preventiva o anche un’indiretta ammissione di colpa?
A corroborare questa seconda ipotesi c’è anche il fatto che i periti del gip e la commissione ministeriale d’inchiesta sul crollo del Morandi condividono pure i rilievi sul fatto che sul viadotto genovese (come su tante altre opere strategiche) nessuno aveva mai valutato il rischio sismico, come era obbligatorio dal 2003 (ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri emanata dopo il terremoto del Molise, quando crollò anche una scuola).
Anche il ministero ha responsabilità
Nella montagna telematica di documenti sequestrati o acquisiti dalla Guardia di finanza di Genova c’è anche traccia del passaggio del dossier sul Morandi sul tavolo dei consigli di amministrazione di Aspi e della controllante Atlantia, nell’ambito delle procedure di valutazione dei rischi aziendali. E c’è stato un periodo in cui il viadotto genovese era stato classificato a rischio.
Un problema per i top manager (gli interrogatori sono iniziati ai primi di agosto 2020 con il presidente di Aspi, Giuliano Mari), ma non solo per loro: nel cda di Aspi siede anche un rappresentante dei ministero delle Infrastrutture. Ha percepito qualcosa? Ha chiesto ulteriori spiegazioni? Ne ha riferito al ministero? Non si sa ancora.
Ma non stupirebbe se si difendesse dicendo che l’articolo 14 del Codice della strada lascia ai gestori tutta la responsabilità sulle condizioni delle infrastrutture che gestiscono. Quello italiano pare un sistema fatto apposta per coprire situazioni opache, come dimostra il balletto di responsabilità Aspi-Mit sul caos delle gallerie liguri che ha contrassegnato il 2020.
I satelliti radar
Si torna così al tema dell’insufficienza dei monitoraggi effettuati da Aspi. Che potrebbe essere dimostrata dai satelliti radar, che emettono onde radio, sono in grado di ricostruire tutto quello che accade al suolo. Questa tecnologia si chiama interferometria Sar terrestre.
Finora l’unico studio sul Ponte Morandi che risulta pubblicato (il 12 giugno 2019, sulla rivista scientifica Remote Sensing, portale Mdpi) e accessibile a un pubblico non strettamente specialistico è di sei studiosi italiani: Pietro Milillo, Giorgia Giardina, Daniele Perissin, Giovanni Milillo, Alessandro Coletta e Carlo Terranova. È stato condotto su dataset di Cosmo-SkyMed.
Guardando le rilevazioni sugli ultimi 15 anni di vita del ponte (2003-2015), è emerso che dal 2015 ci sono stati deformazioni e spostamenti crescenti nella parte interessata dal crollo. Potrebbe essere l’indizio di anomalie non rilevate con le metodologie di controllo tradizionali, che si basano per la maggior parte su ispezioni visive frequenti ed esami strumentali più rari.
Lo studio di Autostrade per l’Italia
A inizio 2019 gli esperti di Autostrade per l’Italia (Aspi, che gestiva il viadotto ed è sotto indagine per il crollo) si sono rivolti a una società specializzata in queste tecnologie, dai cui dati relativi al periodo 2009-2018 non sarebbero emerse anomalie.
Aspi ha poi chiesto un commento all’articolo di Remote Sensing. Secondo la società:
- i dati non hanno significatività statistica, perché ottenuti utilizzando valori di spostamento limitati e isolati, senza assumere un caposaldo esterno alla struttura e quindi che non si muove con essa;
- gli spostamenti nord-sud non sarebbero rilevanti, in quanto erano nella stessa direzione della traiettoria del satellite e la pila 9 (crollata) aveva orientamento diverso (est-ovest);
- comunque gli spostamenti rilevanti sarebbero solo quelli verso l’alto (che lo studio Remote Sensing non evidenzierebbe) e bisognerebbe tener conto della naturale elasticità attorno all’asse verticale di ciascuna pila, tipica di quel tipo di strutture.
Pietro Milillo, scienziato italiano che lavora alla Nasa ed è il primo firmatario dello studio Remote Sensing, ha dichiarato al Sole 24 Ore che il lavoro è stato accurato e in linea con gli standard internazionalmente accettati, ma trattandosi comunque di un approccio innovativo resta sempre un margine di discussione.
Questo articolo è stato aggiornato il 14 agosto 2020

SV 14/09/2020

domenica 13 settembre 2020

Savona 07/09/2020 Prefettura di Savona - Oggetto : Vostra lettera del 26 agosto 2020 protocollo 0022972 -

Gentile dott.ssa Anatriello
della
Prefettura di Savona


Oggetto : Vostra lettera del 26 agosto 2020 protocollo 0022972


Il Comitato di Villapiana è grato a lei e alla Prefettura per l'interessamento dimostrato.

La lettera dell'Amministrazione, di cui lei Dottoressa Anatriello ha riassunto le risposte, ha dimostrato che non hanno capito il problema ( o fanno finta ), ma noi stiamo trattando della sicurezza dei cittadini.

Affinché possiate comprendere appieno le nostre risposte abbiamo dato un numero ad ogni capoverso della vostra lettera.

Dal primo al settimo capoverso, in soldoni, si dice che il manto stradale di tutta Savona dovrebbe essere rifatto ma non esistono le disponibilità economiche per farlo,

Noi non volevamo fare, e non lo vogliamo fare adesso, la parte del governo ombra ma il lamentare delle disponibilità economiche inesistenti ci costringe per un attimo a farlo.

Il centro destra che ora guida la Giunta, nella passata amministrazione era all'opposizione e sapeva benissimo delle drammatiche condizioni economiche in cui versava il comune di Savona.
Il centrodestra ha corso per vincere, il centro-sinistra gli ha dato una mano a vincere, correndo per perdere.
Il centrodestra si è ritrovato incapace di gestire un comune in pre dissesto, sia economicamente che politicamente.
Il Nuovo Sindaco avrebbe dovuto portare i libri in tribunale e sarebbe arrivato di default il Commissario e la Giunta sarebbe andata a casa .
I responsabili delle passate amministrazioni sarebbero stati posti sotto inchiesta.
Il Sindaco ( mai fatto politica e ricoperto ruoli importanti di Comando) non se l'è sentita ed ha iniziato un tribolato mandato, ed i passati Amministratori non potranno più essere posti sotto inchiesta.
Ha predisposto un bilancio stringendo su tutto ed anche sulla manutenzione delle strade e strada facendo ha dovuto stringere ulteriormente, ma noi le tasse le abbiamo pagate comunque con aliquote simili a quelle che avrebbe imposto il Commissario e le massime ammesse dalle leggi statali,
Più volte abbiamo proposto all'Amministrazione :
progetti per il miglioramento delle periferie, progetti che possono essere finanziati dalla legge nazionale per il recupero delle periferie,
Progetti, che potevano essere finanziati a fondo perduto ( per il 60 %), che facessero parte delPUMT ( piano urbano per la mobilità ) ma l'Amministrazione non è stata capace di recepirli ed il contrasto tra i due partiti componenti il centro destra ha di fatto reso impossibili prendere decisioni importanti.

Ora trattiamo dall'ottavo al decimo capoverso

Le nostre precedenti quattro lettere avevano un carattere didascalico , le immagini, i tabulati dovevano portare a riflettere su cosa stavamo rappresentando e di che cosa si stava trattando,

Le nostre relazioni segnalavano un problema , l'enunciato del problema doveva essere scritto da coloro che avrebbero letto le relazioni e avrebbero guardato le fotografie, i tabulati ( ma cosa ci vuole raccontare il Comitato?) noi pensavamo di rivolgerci a tecnici che conoscessero perfettamente il Codice della Strada e le Norme funzionali geometriche per la costruzione delle strade D.M. 5/11/2001, e così questi ultimi avrebbero compreso il problema, avrebbero potuto scrivere il quesito e risolvere il problema

Questo nessuno dell'Amministrazione lo ha fatto, ma il premio per il raggiungimento degli obbiettivi a fine anno lo ricevono comunque.

La strada che da Lavagnola ( che riceve il traffico dalle strade provinciali 12 e 29 ) porta a Piazza Saffi attraversa tutto il quartiere di Villapiana e raggiunge il centro città, su questa strada sono ammessi tutti i tipi di traffico, dal traffico pesante al il servizio pubblico.

Il codice della strada all'articolo 2 tratta della Definizione e classificazione delle strade

Secondo il Codice della Strada questa arteria deve essere classificata strada di quartiere di tipo E :
la classificazione è “ individuata dalla funzione assolta dalla rete“ (secondo DM 5-XI- 2001 n° 6792 )

All'articolo 3 Definizioni stradali e di traffico
E - Strada urbana di quartiere: strada ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi; per la sosta sono previste aree attrezzate con apposita corsia di
manovra, esterna alla carreggiata.

7) Carreggiata: parte della strada destinata allo scorrimento dei
veicoli; essa è composta da una o più corsie di marcia ed, in
genere, è pavimentata e delimitata da strisce di margine.
12) Corsia: parte longitudinale della strada di larghezza idonea
a permettere il transito di una sola fila di veicoli.

19) Cunetta: manufatto destinato allo smaltimento delle acque
meteoriche o di drenaggio, realizzato longitudinalmente od
anche trasversalmente all'andamento della strada.

Come si evince dalla pag. 31 del DM 5-XI- 2001 n° 6792 le corsie devono avere dimensione minima utile di 3,00 ml poi la cunetta, almeno 50 cm e due corsie

Nel caso di Via Piave ( strada ad una corsia a senso unico) la linea di demarcazione della carreggiata ingloba le caditoie della cunetta, per più di metà ed ha dimensione utile comprese le caditoie di m 3,2 ( tra parcheggi e marciapiede )
Nel caso di Via Torino tra Via Falletti e Via Milano ( strada a una corsia e mezza a senso unico ) la linea di demarcazione ingloba le caditoie della cunetta, per più di metà ed la strada ha dimensione utile tra parcheggi ed il marciapiede di una larghezza compreso tra m 5,9/5/4/6.2.
Poi c'è un tratto con parcheggi in linea ( da Via Milano a Via Verdi ) su entrambi i lati ed le profondità delle caditoie non sono state rilevate.

Nel caso di Via Torino del tratto di strada tra Via Verdi e Via Martiri della Deportazione “ strada a doppia senso” di solo 5,00 m utili ( comprese le caditoie ) ingloba le stesse, per più di metà
Nel caso di Via Crispi nel tratto tra Via Martiri della Deportazione e Via De Stefanis “ strada a doppio senso” di soli 5,00 metri utili ( comprese le caditoie ) ingloba le stesse.

Noi chiediamo che vengano segnate le strisce di margine della carreggiata escludendo le caditoie .
Su tutto il nastro stradale.
Nell'ultimo tratto di Via Torino e Via Crispi; come anche in Via Piave è evidente che ci sia una difficoltà nell'aumentare le dimensioni della carreggiata perchè bisognerebbe eliminare la sosta situata a lato della corsia discendente da Lavagnola verso Savona.

Nelle more dei tempi necessari per reperire le soste in altro luogo chiediamo che il raccordo con le caditoie venga addolcito magari fresando la pavimentazione per una larghezza di un metro, con pendenze longitudinali non superiori all 0,7 %
Chiediamo che vengano segnate anche le strisce tratteggiate a margine degli stalli per le soste .
Noi verremmo volentieri a spiegare le nostre precedenti segnalazioni se vorrete riceverci e vi chiediamo di voler chiedere il parere dei carabinieri e della polizia stradale alla quale il codice della strada assegna secondo l'art. 11 del Codice stesso alla lettera e il compito della tutela e del controllo sull'uso della strada.

Alleghiamo tre foto di tre posizioni ( Via Piave,2 di Via Torino ) affiancate dal disegno geometrico che evidenziano il pericolo reale per le moto e le biciclette ed anche in macchina si va su e giù su una coppia di ruote.
Rialleghiamo le 6 foto dei 6 tratti di strada di cui stiamo discutendo
Alleghiamo anche stralcio D.M. del 05/11/2001 strade urbane di quartiere

cordiali saluti
Comitato viabilità piazza Saffi-Villapiana
Procopio Giuseppe
pinpro@inwind.it 3357025566


Questa lettera depurata della parte “ politica”e con il richiamo alle nostre precedenti quattro segnalazioni sarà inviata al MIT con richiesta di ispezione.

Sv 07/09/2020










martedì 21 luglio 2020

2020/07/21 Quarta lettera al Sig. Prefetto ed ad altre autorità " argomento stato delle strade e viabilità cittadina "

Al Sig. Prefetto di Savona protocollo.prefsv@pec.interno.it
Al Sig. Sindaco del Comune di Savona posta@pec.comune.savona.it
Al Sig. Vicesindaco Di Savona posta@pec.comune.savona.it
Al Quotidiano La Stampa ermanno.branca@lastampa.it
e p.c

PREAMBOLO : questa lettera è stata scritta tre mesi fa e poi non spedita per il CORONA VIRUS
poichè ritengo che con il Cov 19 dovremo abituarci a convivere abbastanza a lungo, non possiamo più restare in stand by e dovete riaprire gli uffici prendendo le giuste precauzioni .

Oggetto : Stato delle strade del comune di Savona e la sua viabilità,

facendo riferimento alla pregressa corrispondenza, tra il Comitato di Villapiana e coloro in indirizzo a questa comunicazione, qui di sotto elencata

24/06/2019 : Sicurezza della viabilità della città di Savona ed in particolare di Villapiana con presa
in esame di via Boselli, via XX Settembre, via Niella,via Montenotte,via Torino e via
Piave
08/08/2019 : Risposta della Polizia Locale
19/08/2019 : Risponde il Comitato, alla lettera della Polizia Locale, facendo un quadro delle disfun
zioni viarie e della vita cittadina.
17/12/2019 : Seconda relazione con presa in esame di nuovi tratti di strada di via Torino e via
Crispi allegando ulteriori fotografie
04/02/2020 : Articolo del Il Secolo XIX del 27/01/2020 “ Allarme incidenti nei centri abitati, e per il
telefonino . Il caso in Prefettura “
07/02/2020 : Nota Prefettura al Comune di Savona

01/04/2020 : Risposta Polizia Locale alla nota della Prefettura



Oggetto :Articolo della La Stampa del 07/04/2020 “ strade piene di buche e rattoppi provvisori in tutta la periferia” e commenti alla lettera della Polizia Locale


Quanto ci racconta l'articolo della Stampa e cosa nota a tutti i savonesi; la giustificazione data dall'Assessore ai lavori pubblici non corrisponde a verità, svariate volte abbiamo segnalato il degrado del manto stradale con mail e riscontri fotografici di cui uno allegheremo a questa lettera.

Noi del Comitato, a partire dalla nostra prima segnalazione, del giugno 2019, abbiamo fatto presente le situazioni di pericolo reale per la incolumità dei cittadini, segnalandole al Sindaco della città che è il responsabile della sicurezza e della salute dei cittadini.

Il signor Sindaco mai si è degnato di rispondere o di siglare le lettere della Polizia Locale, alla quale noi non ci siamo rivolti perché non riconosciamo in capo alla stessa la responsabilità per la sicurezza dei cittadini ( evidenziato nella risposta in data 8 agosto 2019 )

Pertanto siamo in assenza di rappresentanza del governo politico della città


La Giunta sembra ignorate le iniziative del Comandante della Polizia Locale non supportandolo, oppure lo subisce .

Mai nel contesto di questo argomento e di questo rapporto abbiamo scritto al Comandante della Polizia Locale, se ci ha risposto la Polizia Locale dobbiamo desumere che è stato incaricato da qualcuno, magari dall'impiegato o funzionario addetto allo smistamento della posta.
.
Comunque nel prendere atto della risposta della Polizia Locale notiamo che si fa della filosofia e sfoggio della conoscenza del codice della strada.

Tale risposta non entra nel merito della questione che è rappresentata dalla sicurezza e incolumità dei cittadini

Il nocciolo della questione è ampiamente documentato dalle fotografie in precedenza inviate dove si vede chiaramente che ci sono i pozzetti per raccolta da acque piovane facenti parte della carreggiata stradale e delle corsie stradali, i rilievi inviati testimoniano i dislivelli inaccettabili e pericolosi presenti nel manto stradale.

L'assenza di risposta da parte di rappresentanti politici di questa amministrazione ci porta all'articolo 107 comma 1 del testo unico degli enti locali “ Spetta ai dirigenti la direzione degli uffici e dei servizi secondo i criteri e le norme dettati dagli statuti e dai regolamenti. Questi si uniformano al principio per cui i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo spettano agli organi di governo, mentre la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica è attribuita ai dirigenti mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo.”
ci sorge spontaneo un pensiero, un commento : ma è proprio così? Oppure il dirigente ha supremazia sul pensiero politico?

Una risposta ce la potrebbe aver data il Vicesindaco quando, in occasione di una Commissione sul Piano del Traffico del 20 da gennaio del 2020, il vicesindaco architetto Arecco ha chiaramente detto che la modifica della viabilità di Villapiana con noi concordata e promessa in fase preelettorale non può attuarla perché il comandante Aloi non è d'accordo,

Questa dichiarazione è altamente esplicativa sul peso del pensiero del dirigente,

La Giunta e di conseguenza il Consiglio comunale viene eletto ogni cinque anni con votazioni politiche e se c'è un Consiglio non è gradito dalla popolazione ogni cinque anni può essere sostituito,

I dirigenti assolutamente no.

Perdonate questo lungo inciso ma serve per giustificare il nostro ricorso al sig. Prefetto in quanto riteniamo di essere in assenza di un governo politico della città.

Segnaliamo ancora che ad oggi non è stato fatto alcun intervento per mettere in sicurezza le strade cittadine e sono passati nove mesi, ora ci aspettiamo un disciplinare scritto e circostanziato sugli interventi che si intendono fare e quando.

Ricordiamo che l'art. 1 del Codice della strada recita così “ la sicurezza della persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo stato .

Dopo questa quarta segnalazione ci aspettiamo un disciplinare che programmi l'esecuzione dei lavori necessari per mettere in sicurezza le strade illustrando metodi e tempi.

Scordatevi rattoppi.

Ps in assenza di una risposta celere e circostanziata la prossima volta scriverò al Ministero infrastrutture e trasporti chiedendo una ispezione

Cordiali saluti
Comitato viabilità Piazza Saffi Villapiana
Procopio Giuseppe

Savona 16/04/2020
Savona 21/07/2020

Si allegano

Collage a 2 foto di via Mignone all'altezza del civ 2 in data 21/05/2019 e del 16/04/2020 Relative all'art. del giornale

Collage di foto di Via Piave ( in data 16/06/2019 )
Collage di foto di Via Torino ( in data 16/06/2019 )
Collage di foto di Via Torino 2° ( in data 09/12/2019 )
Collage di foto di Via Crispi ( in data 16/12/2019 )
La Stampa del 07/04/2020
Tabulato Via Piave- Via Torino ( in data 16/06/2019 )
Tabulato Via Torino 2° ( in data 09/12/2019 )
Lettera inviata via mail al vicesindaco e all'ass. ai lavori pubblici in data 01/12/2017 a proposito dello stato delle strade cittadine.



















Archivio-Comitato di Villapiana-2019/06/19 Esposto al Prefetto


queste sono una parte delle foto allegate

venerdì 22 maggio 2020

2020-03-01 Il Secolo XIX " Nuovo ribaltamento a Montemoro" Progetto di massima di variante della curva.



Al Presidente della Provincia di Savona avv. Pierangelo Olivieri
Al Prefetto di Savona dott.Antonio Canana'
Al Questore di Savona dott.Giannina Roatta
Elena Romanato presso La Stampa SV

Loro indirizzi mail

elenaromanato@alice.it

Oggetto : Progetto di massima correzione curva della strada ( statale ) provinciale n° 29 del Colle di Cadibona al km 146,800

Ho letto, su Il Secolo XIX 1° Marzo 2020, del ribaltamento del bilico a Montemoro, che si ribaltino i camion in quella curva non è una novità.
Per arrivare a quella curva il limite di velocità indicato è di 50Km , non c'è una indicazione né di curva pericolosa né della presenza di un agglomerato di case.
E' una curva a due raggi di cui il secondo , a salire molto corto per svoltare quasi a 90°, è una curva da correggere continuamente mentre la si percorre.
E' stato apposto un Triangolo di lavori in corso con la limitazione della velocità a 30km
Letto che c'è l'intenzione di restringere la carreggiata e di limitare ulteriormente la velocità portandola ai 30 km vorrei ricordare due cose.
Primo, su quella curva si affaccia un agglomerato di case che presuppone che ci vivano persone che vanno tutelate, secondo che si tratta di strada statale aperta a tutti i tipi di traffico.
Non è compito mio ma ritengo di dare il mio contributo alla soluzione del problema avendo nella mia vita lavorativa progettato e costruite strade in collina e di rettifica di tratti con simili problemi.
Ho elaborato un prototipo di soluzione che soddisfi le necessità degli abitanti e degli automobilisti.
Ho progettato una variante ipotizzando una curva regolare che si allontani dalle case e la sua struttura non vada ad impattare con il piano di bacino del Lavanestro, verificando per quello che mi è stato possibile anche le piene con tempi di ritorno 50/200/500 anni e la carta della inondabilità della zona.
La soluzione prevede un viadotto a due campate con una pila centrale sul tipo di quel viadotto che è stato realizzato a Cimavalle per salvaguardare un agglomerato simile di case.

Al momento essendo vietato uscire non posso fare alcune verifiche che farei volentieri
da tenere presente che in piena curva c'è l'immissione di un rio proveninte dalla collina e 50 metri più in giù ce ne è un'altro

Di seguito gli elaborati approntati

Planimetrie
Stralcio della carta delle aree inondabili
Stralcio sezioni pelo libero della zona
2 foto dell'impalcato preso ad esempio
4 foto dell'agglomerato di Montemoro
Il Secolo XIX del 1 Marzo 2020

Procopio geom. Giuseppe
Via Mignone 2/4 Savona 3357025566

Savona 13/03/2020





  MONTEMORO A SALIRE VERSO CADIBONA

  MONTEMORO A SALIRE VERSO CADIBONA

                                        



                                         MONTEMORO A SCENDERE VERSO SAVONA

SAVONA 22/05/2020

sabato 15 febbraio 2020

Savona 15/02/2020 " Il filobus elettrico "

Ho sentito parlare del progetto " Filobus Elettrico " in quella Commissione nella quale si sono consumate vendette tra le due anime della maggioranza Caprioglio ed Arecco, parlando del piano del traffico e dove il presidente Remigio su input del Sindaco mi ha impedito di parlare.
La Caprioglio si era appoggiata alla prof. Saccone.
Ho indagato un pò su chi abbia inventato il filobus elettrico, chiedendo tra maggioranza e minoranza la risposta " è una invenzione della Caprioglio"
certamente " La Caprioglio " non può ricordare vista la giovane età della vicenda "Metro leggera" che ha infervorato i savonesi al tempo dello spostamento della stazione ferroviaria a Savona, ma i savonesi d'antan se lo ricorderanno tra dispetti reciproci hanno lasciato andare a bagno il progetto.
Ora inventando il filobus elettrico "0 emissioni" siamo tutti ecologisti, qualcuno si è riempito la bocca.
Per fortuna qualcuno che io personalmente non conosco ed al quale faccio i miei complimenti  ha detto che il filobus in sede promiscua è una fesseria. ( dicendo che il Re è nudo )

Il piano del traffico che io faccio finta di non aver visto , si ho visto le tavole grafiche ancor tanto tempo fa e che non commento per mia ignoranza.,e non lo farò neanche sotto tortura deve  ( must in inglese ) prendere per assioma due " item " la separazione delle soste e della mobilità e poi separare la mobilità tra i veicoli ed i pedon/bici.
Quando saranno soddisfatti questi due " item" si potrà incominciare a parlare del resto ed allora  gli autobus potranno passare sotto i portici .
Vorrei ricordarvi che nel 2003 l'Amministrazione di allora aveva incaricato una ditta specializzata in viabilità, e c'era anche una idea di piano del traffico. la quale aveva relazionato di 1800 macchine posteggiate sulle strade da rimuovere. ( immaginatevi oggi )
Ergo già allora si parlava di separare la sosta dalla mobilità.
Ora voglioo far passare i filobus in sede promiscua .
Ah mi è piaciuta la simulazione del semaforo in via Gramsci Bravi !!!!!!!

SV  15/02/2020                                                               Procopio

venerdì 7 febbraio 2020

Savona 02/02/2020 Lettera al Prefetto-Sindaco-Vicesindaco e La Stampa a proposito delle pericolosità delle strade Savonesi terza segnalazione

Al Sig. Prefetto di Savona protocollo.prefsv@pec.interno.it
Al Sig. Sindaco del Comune di Savona posta@pec.comune.savona.it
Al Sig. Vicesindaco Di Savona posta@pec.comune.savona.it
Al Quotidiano La Stampa ermanno.branca@lastampa.it

Oggetto :Articolo del Il Secolo XIX del 27/01/2020 “ Allarme incidenti nei centri abitati, e per il telefonino . Il caso in Prefettura “
Si richiamano in proposito le nostre precedenti lettere del 24/06/2019; del 19/08/2019; del 16/12/2019 con oggetto : Sicurezza Viabilità della città di Savona ed in particolare di Villapiana

Il Giorno 10/07/19 non essendo pervenuta nessuna risposta alle ns segnalazioni precedenti tale data mi sono recato in Prefettura ed ho chiesto di parlare al responsabile del procedimento.
Sono stato ricevuto dal Capo Gabinetto Dott.ssa Anatriello la quale cortesemente mi ha detto che il Prefetto non ha competenze in materia di viabilità dei centri urbani.
Noi scrivendo al Prefetto ritenevamo e riteniamo che la sicurezza dei cittadini sia anche tra le attribuzioni che la legge affida ai Prefetti.
Aveva aggiunto che la Prefettura si era mossa ed aveva interessato il Comune di Savona che aveva risposto con una nota a firma del Sindaco (totalmente fuori tema facendo riferimento ad altro argomento.)
Copia di questa nota sarà allegata a parte per il solo Quotidiano La Stampa essendone tutti gli altri in possesso.

L'articolo del giornale riferisce di un vertice in Prefettura con tutti gli attori proprietari delle strade e della Polizia Stradale che per legge ha il compito della supervisione delle strade.
Riferisce, l'articolo, di un vertice attivato su richiesta del Ministero degli Interni.
Ci auguriamo che le decisioni che verranno prese siano consone ed equilibrate e che i costi necessari alle opere siano a carico del Ministero degli Interni con adeguati finanziamenti, provenienti dalle rimesse della tassa sulla proprietà delle auto e dai proventi delle “multe” ( nel caso di multe comunali queste ultime non vadano a ripianare altre partite ) .
A nostro avviso ci sono troppi attori inadeguati ed impreparati che segnano lo svolgersi quotidiano della nostra vita.

Che il Comitato di Villapiana riesca a leggere in anticipo gli avvenimenti o forse perchè i componenti del Comitato ci sbattono il muso tutti i giorni e quando sbatti ti fai male ?

Lieti comunque che sia stato acceso un faro

Cordiali saluti Comitato viabilità Piazza Saffi Villapiana
Procopio Giuseppe

Savona 02/02/2020










Archivio-Comitato di villapiana-2019-06-19 esposto al prefetto

 ALCUNE FOTO DELLO STATO DEL CORPO STRADALE DI VIA PIAVE