Ho pensato a lungo prima di esprimere
quanto segue e questo non è solo il mio pensiero ma è condiviso dai
componenti del direttivo del Comitato
Rivolto agli abitanti, commercianti di
Villapiana.
Posso comprendere il risentimento
espresso nell'articolo del Il Secolo XIX del 16 Gennaio 2016 e a loro
voglio ricordare alcune cose .
Il luogo dove siamo nati e cresciuti,
almeno nei primi 10 anni della nostra vita, sarà sempre il più
bello di qualsiasi altro posto, perchè i ricordi, che sono sempre
velati di malinconia, così ce li fa apparire, le trasformazioni
positive o negative che si vivono ogni giorno, anno dopo anno non
siamo in grado di vederli; è come la nostra immagine, che pur
modificandosi nel tempo, vista nello specchio non ci da l'impressione
del tempo che è passato.
Basta però confrontare due fotografie
che hanno 30 anni di differenza per farci dire che l'immagine ultima
è profondamente diversa dalla prima e non ci fa dire che siamo
ringiovaniti ma che siamo diversi e magari invecchiati.
Bisogna far esaminare, da qualcuno che
non è vissuto nel quartiere, lo stato dei luoghi senza accusare
emozioni e quest'ultimo vi darà la propria verità che sarà
sicuramente più vicina alla verità vera.
Così come chiedere, a qualcuno che
viene ogni tanto da fuori, cosa ne pensa della viabilità della
nostra città .
Noi ci viviamo dentro e ci
“arrabattiamo” per conviverci e ci sembra ineluttabile il suo
stato e la accettiamo malvolentieri , abbiamo problemi più grossi a
cui porre rimedio, ma coloro che vengono da fuori la considerano
demenziale.
Io ho visto Villapiana nel 1969 quando
si costruiva il quartiere della Rusca , con Via Mignone a doppio
senso, l'ho rivista nel 1978 quando ci sono , per caso, venuto ad
abitare e di li tutta la sua trasformazione, vi assicuro che dal
punto di vista della viabilità è notevolmente peggiorata, la sua
vivibilità è peggiorata è cambiata pure la solidarietà tra la
gente e pian piano ci siamo chiusi, ed i palazzi sono invecchiati di
40 anni con poche manutenzioni.
Certamente il quartiere si è
impoverito.
La mancanza di parcheggi ha influito
sulla mia vita in maniera negativa condizionandola,
Io lavoravo fuori città e mi dovevo
muovere con la macchina, ma non c'era modo di trovare un parcheggio
alle 7 o 7,30 di sera, orario normale per chi rientra dal lavoro.
Ho dovuto spostare l'orario di rientro
in giro alle 21 e anche dopo e a volte andavo a parcheggiare sotto il
ponte dell'autostrada della Rusca, mai ho messo la macchina in doppia
fila chiudendo qualche altro disperato come me, a volte tornavo in
centro, ora neanche quello possono fare gli abitanti di Villapiana
perchè l'Amministrazione ha pensato bene di regalare sotto casa
pezzi di suolo pubblico per parcheggi ai solo residenti, i posti
vuoti, e ce ne sono la notte , non posssono essere usufruiti da
altri.
L'integrazione degli stranieri non è
avvenuta ancora, ricorderà Polverini quando ha indetto una sera una
riunione invitando gli “ stranieri “ al colloquio, se ne è
presentato uno.
L'integrazione avviene attraverso la
scuola e lo sport, ci vuole almeno una generazione, io ho fatto
l'allenatore di calcio ai salesiani, allenando prima solo italiani
poi i primi bambini degli albanesi quelli nati qui ed ho conosciuto i
loro genitori che ancora adesso riconosco e ricordo con piacere.
Quei ragazzi si sono fatti onore hanno
studiato ed ora sono perfettamente come noi.
A volte leggiamo di casi di violenza
compiuti da albanesi adulti o sud americani e ciò non mi piace cosi'
come quelli compiuti dagli italiani.
Certamente spetta a noi il compito di
integrarli dando loro l'esempio di come ci si deve comportare nella
nostra città, il cattivo esempio lo prenderanno subito .
Comunità troppo grandi non favoriscono
l'integrazione anzi creano gruppi che si chiudono.
L'esempio può venirci dalla comunità
di italiani del sud che si è radicata ad Arma di Taggia dove ai
primi inviati dal “Governo “ ad un soggiorno obbligato si sono
susseguiti altri e ora influenzano fortissimamente la comunità
preesistente., forse la hanno sostituita.
La integrazione degli “ stranieri “
comunque modificherà anche noi “indigeni “ nei nostri usi e
costumi in maniera indelebile.
Non ho conosciuto i ragazzi delle altre
Etnie perchè i salesiani hanno chiuso ed è cessata la loro opera di
comunione sociale.
Ampliando il discorso a tutta Savona
basta analizzare il decremento della popolazione dal 70 in avanti
abbiamo perso 30.000 abitanti italiani e acquistato 10.mila stranieri
.
Una città che perde cosi tanti
abitanti ed è strutturata per la massima quantità è certamente
ridondante di locali per servizi alla cittadinanza che ora vediamo
chiusi ai piani terra delle nostre periferie, ridondante di
appartamenti che ora sono chiusi o disabitati e di dimensioni per le
famiglie di una volta di almeno 5 componenti ora inutilizzabili dalle
nuove famiglie.
Un capoluogo di provincia che risulta
inaccessibile e inospitale perde le proprie prerogative e le
cittadine vicine si attrezzano per sostituirla dal punto di vista
commerciale.
La diminuzione degli abitanti è
sintomo di mancanza di lavoro e di costi non più sostenibili per le
famiglie di oggi.
Ora vi allego alcuni articoli di giornale reperiti nel mio archivio e vedrete che già nel 2009 denunciavamo per Villapiana, il degrado e la confusione che si erano verificati con le modifiche della viabilità, modifiche cieche con profonda incidenza sulla vita del quartiere .
Rileggeti con attenzione.
Cordiali saluti
Procopio Giuseppe
Savona 06/02/2016
ORA VI AGGIUNGO ALCUNE FOTO DEL RISPETTO CHE ABBIAMO PER VILLAPIANA
VIA VERDI
Panni stesi, Parabole , Robinie con le braccia al cielo
VIA FIUME
Senza commenti
VIA TORINO FERMATA DELL' AUTOBUS
Gente che aspetta riparandosi sotto un poggiolo, un negozio di ortofrutta , i bidoni della spazzatura
VIA GIACCHERO FERMATA DELL'AUTOBUS
Gente che aspetta l'autobus riparandosi sotto la tenda del bar e dentro il portone
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