martedì 16 febbraio 2016

Savona 16/02/2016 " A proposito dell'articolo del Il Secolo XIX del 13 Gennaio 2016 " Villapiana si sente il nuovo Bronx "


Ho pensato a lungo prima di esprimere quanto segue e questo non è solo il mio pensiero ma è condiviso dai componenti del direttivo del Comitato

Rivolto agli abitanti, commercianti di Villapiana.

Posso comprendere il risentimento espresso nell'articolo del Il Secolo XIX del 16 Gennaio 2016 e a loro voglio ricordare alcune cose .
Il luogo dove siamo nati e cresciuti, almeno nei primi 10 anni della nostra vita, sarà sempre il più bello di qualsiasi altro posto, perchè i ricordi, che sono sempre velati di malinconia, così ce li fa apparire, le trasformazioni positive o negative che si vivono ogni giorno, anno dopo anno non siamo in grado di vederli; è come la nostra immagine, che pur modificandosi nel tempo, vista nello specchio non ci da l'impressione del tempo che è passato.
Basta però confrontare due fotografie che hanno 30 anni di differenza per farci dire che l'immagine ultima è profondamente diversa dalla prima e non ci fa dire che siamo ringiovaniti ma che siamo diversi e magari invecchiati.
Bisogna far esaminare, da qualcuno che non è vissuto nel quartiere, lo stato dei luoghi senza accusare emozioni e quest'ultimo vi darà la propria verità che sarà sicuramente più vicina alla verità vera.
Così come chiedere, a qualcuno che viene ogni tanto da fuori, cosa ne pensa della viabilità della nostra città .
Noi ci viviamo dentro e ci “arrabattiamo” per conviverci e ci sembra ineluttabile il suo stato e la accettiamo malvolentieri , abbiamo problemi più grossi a cui porre rimedio, ma coloro che vengono da fuori la considerano demenziale.
Io ho visto Villapiana nel 1969 quando si costruiva il quartiere della Rusca , con Via Mignone a doppio senso, l'ho rivista nel 1978 quando ci sono , per caso, venuto ad abitare e di li tutta la sua trasformazione, vi assicuro che dal punto di vista della viabilità è notevolmente peggiorata, la sua vivibilità è peggiorata è cambiata pure la solidarietà tra la gente e pian piano ci siamo chiusi, ed i palazzi sono invecchiati di 40 anni con poche manutenzioni.
Certamente il quartiere si è impoverito.
La mancanza di parcheggi ha influito sulla mia vita in maniera negativa condizionandola,
Io lavoravo fuori città e mi dovevo muovere con la macchina, ma non c'era modo di trovare un parcheggio alle 7 o 7,30 di sera, orario normale per chi rientra dal lavoro.
Ho dovuto spostare l'orario di rientro in giro alle 21 e anche dopo e a volte andavo a parcheggiare sotto il ponte dell'autostrada della Rusca, mai ho messo la macchina in doppia fila chiudendo qualche altro disperato come me, a volte tornavo in centro, ora neanche quello possono fare gli abitanti di Villapiana perchè l'Amministrazione ha pensato bene di regalare sotto casa pezzi di suolo pubblico per parcheggi ai solo residenti, i posti vuoti, e ce ne sono la notte , non posssono essere usufruiti da altri.
L'integrazione degli stranieri non è avvenuta ancora, ricorderà Polverini quando ha indetto una sera una riunione invitando gli “ stranieri “ al colloquio, se ne è presentato uno.
L'integrazione avviene attraverso la scuola e lo sport, ci vuole almeno una generazione, io ho fatto l'allenatore di calcio ai salesiani, allenando prima solo italiani poi i primi bambini degli albanesi quelli nati qui ed ho conosciuto i loro genitori che ancora adesso riconosco e ricordo con piacere.
Quei ragazzi si sono fatti onore hanno studiato ed ora sono perfettamente come noi.
A volte leggiamo di casi di violenza compiuti da albanesi adulti o sud americani e ciò non mi piace cosi' come quelli compiuti dagli italiani.
Certamente spetta a noi il compito di integrarli dando loro l'esempio di come ci si deve comportare nella nostra città, il cattivo esempio lo prenderanno subito .
Comunità troppo grandi non favoriscono l'integrazione anzi creano gruppi che si chiudono.
L'esempio può venirci dalla comunità di italiani del sud che si è radicata ad Arma di Taggia dove ai primi inviati dal “Governo “ ad un soggiorno obbligato si sono susseguiti altri e ora influenzano fortissimamente la comunità preesistente., forse la hanno sostituita.
La integrazione degli “ stranieri “ comunque modificherà anche noi “indigeni “ nei nostri usi e costumi in maniera indelebile.
Non ho conosciuto i ragazzi delle altre Etnie perchè i salesiani hanno chiuso ed è cessata la loro opera di comunione sociale.
Ampliando il discorso a tutta Savona basta analizzare il decremento della popolazione dal 70 in avanti abbiamo perso 30.000 abitanti italiani e acquistato 10.mila stranieri .
Una città che perde cosi tanti abitanti ed è strutturata per la massima quantità è certamente ridondante di locali per servizi alla cittadinanza che ora vediamo chiusi ai piani terra delle nostre periferie, ridondante di appartamenti che ora sono chiusi o disabitati e di dimensioni per le famiglie di una volta di almeno 5 componenti ora inutilizzabili dalle nuove famiglie.
Un capoluogo di provincia che risulta inaccessibile e inospitale perde le proprie prerogative e le cittadine vicine si attrezzano per sostituirla dal punto di vista commerciale.
La diminuzione degli abitanti è sintomo di mancanza di lavoro e di costi non più sostenibili per le famiglie di oggi.

Ora vi allego alcuni articoli di giornale reperiti nel mio archivio e vedrete che già nel 2009 denunciavamo per Villapiana, il degrado e la confusione che si erano verificati con le modifiche della viabilità, modifiche cieche con profonda incidenza sulla vita del quartiere .
Rileggeti con attenzione.

Cordiali saluti
Procopio Giuseppe
Savona 06/02/2016















ORA VI AGGIUNGO ALCUNE FOTO DEL RISPETTO CHE ABBIAMO PER VILLAPIANA


                                     VIA VERDI
Panni stesi, Parabole , Robinie con le braccia al cielo


                                                    VIA FIUME
Senza commenti
                                                                     


                               VIA TORINO FERMATA DELL' AUTOBUS
Gente che aspetta  riparandosi sotto un poggiolo, un negozio di ortofrutta , i bidoni della spazzatura




                               VIA GIACCHERO FERMATA DELL'AUTOBUS 
Gente che aspetta l'autobus riparandosi sotto la tenda del bar e dentro il portone


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